La tokenizzazione è il processo di creazione di una rappresentazione digitale di una cosa reale e può essere utilizzata per proteggere dati sensibili o per elaborare in modo efficiente grandi quantità di dati.
di Andrea Bondi
Cosa hanno in comune AI generativa, Web3 e fintech (piattaforme di pagamento peer-to-peer e trasferimenti di denaro non bancari)? Si basano tutti su un processo chiamato tokenizzazione, ma ciascuno utilizza tale processo in modo molto diverso: nei pagamenti, la tokenizzazione si utilizza per la sicurezza informatica e per nascondere l’identità del pagamento stesso per prevenire le frodi; nel Web3, al contrario, è un processo di digitalizzazione per rendere gli asset più accessibili, mentre nell’AI, la tokenizzazione viene utilizzata per suddividere i dati per una più facile rilevazione dei modelli.
Come funziona?
In generale, la tokenizzazione è un processo di emissione di una rappresentazione digitale – unica e anonima – di una cosa reale. Nelle applicazioni Web3 il token viene utilizzato su una blockchain, che consente al token di essere utilizzato all’interno di protocolli specifici. I token possono rappresentare asset (inclusi asset fisici come immobili o opere d’arte), asset finanziari come azioni o obbligazioni, oppure asset intangibili come proprietà intellettuale o persino identità e dati.
Nelle applicazioni di AI, la tokenizzazione funziona in modo diverso, abilitando i modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) che utilizzano tecniche di deep learning per elaborare, categorizzare e collegare pezzi di informazioni, da intere frasi fino ai singoli caratteri, mentre nei pagamenti protegge i dati sensibili, generando un codice temporaneo utilizzato al posto dei dati originali.
Il tipo di tokenizzazione utilizzato dipende da cosa il modello deve realizzare; diverse metodologie di tokenizzazione possono anche essere combinate per ottenere i risultati desiderati.
La tokenizzazione nei modelli di LLM
Gli LLM sono modelli di base (modelli di deep learning addestrati su grandi quantità di dati non strutturati e non etichettati) addestrati su testi che possono elaborare enormi quantità di testo non strutturato e apprendere anche le relazioni tra frasi, parole o persino porzioni di parole. Questo, consente loro di generare testo in linguaggio naturale o eseguire attività di sintesi o altre attività di estrazione delle conoscenze.
Quando un LLM riceve in input un testo, lo scompone in token; a ciascun token è assegnato un identificatore numerico unico, reinserito nell’LLM per l’elaborazione. Il modello apprende le relazioni tra i token e genera risposte basate sui modelli che apprende. La tokenizzazione del testo può essere a diversi livelli:
- tokenizzazione delle parole: ogni parola diventa un token separato;
- tokenizzazione dei caratteri: ogni carattere nel testo è un token separato, questo metodo funziona bene quando si trattano lingue che non hanno chiari confini tra le parole o con il riconoscimento della scrittura a mano;
- tokenizzazione delle sotto-parole: suddivisione delle parole meno frequentemente utilizzate in unità di sequenze di caratteri frequentemente ricorrenti;
- tokenizzazione morfologica: utilizzo dei morfemi, ovvero di parole individuali o parti di parole che portano significati specifici o funzioni grammaticali: la parola “incompetenza”, ad esempio, può essere suddivisa in tre morfemi: “in-” prefisso che indica negazione, la radice “competente” e suffisso “-enza” che indica uno stato o una qualità. Nella tokenizzazione morfologica, ogni morfema diventa un token, che consente agli LLM di gestire le variazioni delle parole, comprendere le strutture grammaticali e generare testo linguisticamente accurato.
Quali tecnologie rendono possibile il Web3?
Il Web3 è un nuovo tipo di internet, costruito su nuovi tipi di tecnologia, quali:
- Blockchain, un registro digitalmente distribuito e decentralizzato che esiste attraverso una rete di computer e facilita la registrazione delle transazioni. Man mano che nuovi dati vengono aggiunti a una rete viene creato un nuovo blocco, che è aggiunto permanentemente alla catena. Tutti i nodi sulla blockchain vengono quindi aggiornati per riflettere la modifica. Questo significa che il sistema non è soggetto a un singolo punto di controllo o di fallimento;
- Contratti intelligenti, programmi software che vengono eseguiti automaticamente quando vengono soddisfatte condizioni specificate, come i termini concordati da un acquirente e un venditore. I contratti intelligenti vengono stabiliti in codice su una blockchain che non può essere alterata;
- Asset e token digitali, possono includere criptovalute, stablecoin, valute digitali delle banche centrali (CBDC) e NFT (token che non possono essere replicati); possono anche includere versioni tokenizzate di asset, incluse cose reali come opere d’arte o biglietti per concerti.
La tokenizzazione nei servizi finanziari
La tokenizzazione ha il potenziale per trasformare la struttura dei servizi finanziari e dei mercati dei capitali, perché consente ai detentori di asset di sfruttare i benefici della blockchain, come operazioni e disponibilità. dei dati 24 ore su 24, 7 giorni su 7. La blockchain offre anche una regolazione delle transazioni più rapida e un grado maggiore di automazione (tramite codice incorporato che si attiva solo se determinate condizioni sono soddisfatte).
Sebbene debba ancora essere testata su larga scala, i potenziali benefici della tokenizzazione includono i seguenti:
- Regolazione delle transazioni più rapida, alimentata dalla disponibilità “24/7”. Le regolazioni istantanee rese possibili dalla tokenizzazione potrebbero tradursi in risparmi significativi per le aziende finanziarie in ambienti ad alto tasso di interesse;
- Risparmi sui costi operativi, forniti dalla disponibilità dei dati 24/7 e dalla programmabilità degli asset. Incorporare operazioni come il calcolo degli interessi e il pagamento delle cedole nel contratto intelligente del token automatizzerebbe queste funzioni e richiederebbe meno intervento umano;
- Democratizzazione dell’accesso. Snellendo i processi manuali intensivi dal punto di vista operativo, il servizio ai piccoli investitori può diventare una proposta economicamente attraente per i fornitori di servizi finanziari;
- Maggiore trasparenza alimentata dai contratti intelligenti (insiemi di istruzioni codificate nei token emessi su una blockchain, che possono autoeseguirsi in determinate condizioni). Ad esempio, per i crediti di carbonio, la blockchain potrebbe fornire un registro immutabile e trasparente dei crediti durante lo scambio;
- Infrastruttura più economica e agile. Le blockchain sono open source, quindi intrinsecamente più economiche e più facili da iterare rispetto all’infrastruttura IT tradizionale.
Tokenizzazione degli asset digitali
Ci sono quattro passaggi tipici coinvolti nella tokenizzazione degli asset:
- Origine dell’asset: il primo passaggio della tokenizzazione è capire come tokenizzare l’asset in questione; è necessario sapere se l’asset sarà trattato come “una sicurezza” o “una merce” e quali framework normativi saranno applicati;
- Emissione e custodia dell’asset digitale: se l’asset digitale ha una controparte fisica, quest’ultima deve essere spostata in una struttura sicura che sia neutrale per entrambe le parti. Vengono quindi selezionati un token, una rete e le funzioni di conformità, per creare una rappresentazione digitale dell’asset su una blockchain, in attesa di distribuzione;
- Distribuzione e trading: viene impostato un portafoglio digitale per memorizzare l’asset digitale;
- Servizio dell’asset e riconciliazione dei dati: una volta che l’investitore avrà distribuito l’asset, potrà generare tutta la reportistica associata (normativa, fiscale, contabile, etc.).
Il mercato finanziario è maturo per la tokenizzazione?
Al momento, circa 120 miliardi di dollari di denaro tokenizzato sono in circolazione sotto forma di stablecoin (un tipo di criptovaluta ancorata a una valuta fisica, ad una merce o ad un altro strumento finanziario) con l’obiettivo di mantenere il valore nel tempo. Sebbene si tratti di un valore ragguardevole, non sta ancora avvenendo su una scala che possa essere considerata un punto di svolta. Tuttavia, ci sono alcuni motivi per cui la tokenizzazione potrebbe decollare: ad esempio, i tassi di interesse elevati spingono fortemente alcune applicazioni di tokenizzazione, in particolare quelle che trattano la liquidità a breve termine.
Inoltre, dall’introduzione della tokenizzazione cinque anni fa, molte aziende di servizi finanziari hanno significativamente aumentato i loro team e le loro capacità di asset digitali.
Stiamo in presenza di una rivoluzione tecnologica silenziosa, che promette di cambiare in meglio molte delle tecnologie che sempre più stanno entrando nelle nostre vite; ciò è già tangibile nelle applicazioni di AI generativa e presto lo sarà in quelle di Web3 e nei servizi finanziari.