L’attenzione alla formazione è uno dei principali strumenti che le aziende hanno a disposizione per poter continuare a innovare e rinnovarsi accrescendo al contempo la loro competitività. Per questo si attrezzano con corsi centrati sulle sfide più impegnative che attendono la manifattura e non solo.
di Roberto Carminati
«Investire nella formazione è essenziale per la garantire la crescita sostenibile delle imprese e dei loro collaboratori». È questo il preciso convincimento espresso dalla Chief executive officer di Pneumax Spa Rossella Bottacini nel presentare le iniziative di training che la sua azienda ha messo in cantiere per i prossimi mesi e che hanno già preso il via proprio all’inizio del 2025. Con quartier generale a Lurano in provincia di Bergamo la società è da quasi mezzo secolo protagonista nei settori dell’automazione industriale e di processo e dell’automotive. Al suo interno ha costituito l’ente dedicato Pneumax Academy che quest’anno si è evoluto in hub strategico per la formazione continua e ha siglato un importante accordo con 24 Ore Business School. «I suoi corsi», ha evidenziato Bottacini, «sono un punto di riferimento per chi vuol essere competitivo e innovativo».
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Un asset per l’intera filiera
«Quando parliamo di formazione», ha proseguito, «non ci riferiamo solo a una implementazione di competenze ma a un cambio culturale, soprattutto in un momento come questo, caratterizzato dalla diffusione di tecnologie altamente impattanti su tutti i processi aziendali come l’AI. Prima di tutto è importante che vengano intrapresi dei percorsi di upskilling delle risorse già presenti in azienda che detengono skill di dominio, uno degli asset di principale valore per noi, e che allo stesso tempo queste conoscenze vengano garantite anche ai nuovi assunti, spesso giovani e caratterizzati da un approccio più legato alle nuove tecnologie. Non solo dobbiamo imparare e insegnare come realizzare un processo o una attività, ma dobbiamo mettere in grado gli utenti di comprendere ed eventualmente ripensare il processo stesso. Questo comporta una formazione tecnica, tecnologica, di metodo e soprattutto trasversale a più ambiti. Mai come oggi le soft skill risultano fondamentali ma possono essere valorizzate solo se alla base c’è una competenza di dominio importante». L’attività formativa diventa un patrimonio strategico per l’azienda solo a patto che «sia strutturata, continua e abbracci diversi ambiti o materie». Ma non basta: «Come il business stesso», ha sottolineato la CEO, «anche la formazione è ormai un asset strategico correlato non più alla singola azienda ma alla filiera e all’ecosistema fatto di relazioni e rapporti con altre entità che vanno gestiti e dai quali deve derivare ulteriore valore aggiunto. Per questo abbiamo deciso di sviluppare l’offerta della nostra Academy realizzando corsi in partnership con 24Ore Business School e di aprirli sia ai nostri collaboratori che a utenti esterni, provenienti da imprese del territorio o che hanno appena terminato il loro percorso di studi e interessati a incrementare le conoscenze su tematiche attuali».
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E per il training ci facciamo in tre
Stimolare e promuovere «la crescita e l’innovazione» è non a caso la finalità che il produttore intende perseguire alla luce della nuova partnership affrontando con percorsi formativi mirati alcune delle tematiche di più stretta e scottante attualità per l’industria contemporanea. Lo suggerisce il titolo stesso del progetto, cioè ASP – Artificial intelligence, Sostenibilità, Procurement. Che si parli di intelligenza artificiale, considerata in questa circostanza come «la chiave per l’innovazione dei processi», è oggi pressoché inevitabile. Di trattarne è stato incaricato Osvaldo Mauro e questi è il cofondatore di Profiter.ai, realtà che con sedi a Bari e Milano si occupa di porre gli strumenti della artificial intelligence al servizio del panorama farmaceutico. Il presupposto è che l’entrata in scena degli algoritmi sta impattando i processi aziendali da più punti di vista. Trasformando e ottimizzando per esempio la manutenzione predittiva e preventiva, le attività di gestione dell’inventario, quelle infine di progettazione assistita. Per Mauro l’AI è «un motore di innovazione» la cui prerogativa primaria è consentire all’uomo «di prendere decisioni accurate più rapidamente». L’approccio scelto non è puramente teorico: fa infatti tesoro della metodologia dello Action learning che garantisce ai partecipanti la possibilità di mettere in pratica gli skill appresi mettendosi alla prova nella gestione delle sfide che caratterizzano il quotidiano dei professionisti.
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A scuola di sostenibilità e procurement
Un’altra area di cruciale rilevanza per il business odierno è quella della sostenibilità: non più una mera formula ma un requisito essenziale per operare e competere in modo responsabile all’interno delle catene globali del valore. Pneumax e 24 Ore Business School hanno pianificato perciò il programma ESG: evoluzione della governance della sostenibilità. Mostra come integrare i criteri ESG (Environmental, Social e Governance appunto) nelle strategie d’impresa, grazie all’esperienza della sustainability & governance advisor Patrizia Giangualano. Sua opinione è che «un approccio strategico alla sostenibilità» sia adesso fondamentale «per costruire un futuro prospero». Oggetto di studio sono qui in particolare la Corporate sustainability reporting directive o CSRD e le implicazioni finanziarie degli investimenti sostenibili. Il metodo è questa volta quello del Collaborative learning che privilegia e supporta il lavoro di gruppo e il confronto su casi reali, in vista della comprensione approfondita delle tematiche in gioco e delle loro applicazioni pratiche. Ultima ma certamente non meno importante è la parte riservata a Le nuove sfide del procurement: digitalizzazione e strategia. Ne argomenta lo executive partner esperto di consulenza manageriale Alessandro Drago con un focus sulle tecnologie e metodologie che stanno trasformando lo stesso procurement in termini di analisi dei costi e di gestione delle risorse globali. Non si tratta più, secondo Drago, «di una mera funzione operativa» bensì di «una leva essenziale per l’agilità delle aziende». I tool digitali avanzati che assicurano l’efficienza e resilienza delle supply chain sono fra i temi del corso, che comprende simulazioni su casi concreti ispirate ai principi dello Action learning.
Dove l’apprendimento è continuo
Come si è già avuto modo di accennare più su è attiva presso Pneumax anche una Academy interna fatta di corsi in presenza e online o customizzati e on the job. Offre ai frequentanti strumenti specifici – manuali didattici, software e hardware, presentazioni e panel didattici – e beneficia delle relazioni in essere con associazioni di settore, formatori, università e centri di R&D. Contempla sia l’attuazione di programmi di alternanza scuola-lavoro sia la redazione di tesi e progetti di ricerca in collaborazione con gli istituti e atenei partner. Come la stessa Pneumax ha fatto sapere, la finalità è «aumentare il livello di cultura degli operatori» già in forza al comparto dell’automazione e «di chi potrà approcciarlo in futuro: gli studenti». La sola gamma delle tecnologie sulle quali la società bergamasca è impegnata in prima persona è vasta e del tutto all’avanguardia. Abbraccia l’ambito della pneumatica e fluidodinamica come quello degli attuatori elettrici e del motion control; insieme alla safety automation e a Industria 4.0, con particolare attenzione allo Industrial Internet of Things. I temi del risparmio energetico e dell’interconnettività, della sensoristica e diagnostica, del monitoraggio in tempo reale e dell’ergonomia che costituiscono altrettanti driver di sviluppo dell’industria fanno tutti perciò parimenti parte delle competenze che l’azienda può offrire e curare. Al di là dei corsi personalizzati in base alle esigenze dei clienti e realizzabili sia presso le sedi di Lurano e sia presso quelle dei fruitori, i percorsi proposti sono focalizzati sull’area della pneumatica con i programmi Fondamenti di pneumatica e Pneumatica avanzata ed elettropneumatica. L’approccio è quello tipico del learning by doing. Integra cioè la solidità delle basi teoriche con opportune esercitazioni di taglio eminentemente pratico. Insieme ad applicativi di progettazione come Pneufluid e di configurazione 3D dei prodotti Pneumax (Cadenas – 3D Models) il produttore fornisce ai discenti una serie di strumentazioni che agevolano la crescita delle loro competenze. Fra queste un banco didattico attrezzato con piano di lavoro verticale per moduli a fissaggio magnetico, adatto a qualsiasi tipo di circuito; e i pannelli appendibili allo stesso piano di lavoro verticale. Non ultimi, i moduli che simulano le principali funzioni utilizzate nei circuiti pneumatici e i pannelli kit a comando elettrico, governati da PLC, puramente pneumatico oppure ancora elettro-pneumatico.
«Ci sono moltissimi temi d’interesse: quelli affrontate nel percorso ISP non si esauriscono con corsi di una giornata ma possono essere approfondite e analizzate secondo varie prospettive. L’obiettivo è combinare tematiche più legate allo sviluppo delle singole tecnologie – le opportunità concrete di AI, Industria 5.0 e altre, in relazione ai diversi processi – e al contempo proseguire con il filone dello sviluppo sostenibile e le sue evoluzioni normative o delle potenzialità dell’economia circolare. Altri focus possono essere più centrati sulla persona e l’uso dell’intelligenza emotiva; di tutte le prerogative che ancora rendono l’uomo il vero protagonista del successo in ambito aziendale».
(Rossella Bottacini, Chief executive officer, Pneumax)
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