Un prototipo rivoluzionario del “Ponte di Da Vinci”, considerato il primo ponte al mondo stampato in 3D e costruito con materiali di scarto, è stato completato dopo un anno di intensa ricerca e sperimentazione nell’ambito di una collaborazione multidisciplinare tra il Dipartimento ArCoD del Politecnico di Bari e aziende leader nei settori della stampa 3D e della lavorazione della pietra.
di Sara Bagherifard
Il progetto, che integra tecnologia innovativa ed eco-sostenibilità, si ispira a uno dei progetti ambiziosi di Leonardo da Vinci: un ponte autoportante destinato a collegare il quartiere Pera (oggi Galata di Beyoğlu) con Costantinopoli (odierna Istanbul) attraverso il Corno d’Oro.
Questo ponte rappresenta un notevole progresso nei metodi di costruzione eco-compatibili. Il prototipo misura circa 6 metri di lunghezza ed è progettato come ponte pedonale. Un aspetto chiave del progetto è l’utilizzo di una nuova malta a basso impatto ambientale. Questa malta è realizzata con polveri di pietra di scarto combinate con un legante a base di calce, sviluppato dalla start-up italiana B&Y. Questo materiale dimostra l’alto potenziale per il riciclo dei materiali di scarto nella costruzione.
Il World’s Advanced Saving Project (WASP), leader del settore nella produzione additiva sostenibile, ha fornito supporto tecnico per l’aspetto della stampa 3D. La grande stampante 3D di WASP, la 3MT LDM Concrete, ha facilitato la costruzione di blocchi individuali. L’Università di Bari li ha poi assemblati per creare la struttura integrata del ponte.
L’analisi del prototipo del “Ponte di Da Vinci” apre la strada a futuri progetti, con un’enfasi sulla valutazione delle proprietà meccaniche dei materiali in varie condizioni ambientali e sul miglioramento delle tecniche di stampa. Questi sviluppi potrebbero portare ad applicazioni più ampie nel settore architettonico, allineandosi a una visione per un approccio più sostenibile e tecnologicamente avanzato alla costruzione. La peculiarità del progetto è integrare le antiche discipline di stereotomia e costruzioni archivoltate con la stampa 3D per trasformare materiali di scarto in strutture funzionali.
Dopo l’inaugurazione di questo prototipo nel gennaio 2025, è cresciuto l’interesse per la creazione di diverse strutture utilizzando lo stesso approccio. Per saperne di più, potete visitare il sito web dell’Università di Bari (https://polibachronicle.poliba.it).