Il casco che rileva il trauma cranico

I traumi cranici lievi (MTBI), noti anche come “concussioni” (agitazione oppure torsione e/o decelerazione del cervello in risposta all’improvviso movimento e/o decelerazione della testa), rappresentano un rischio molto serio e diffuso nello sport moderno. Secondo il Center for Disease Control, un organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti d’America, ogni anno vengono segnalati quasi quattro milioni di traumi cranici lievi dovuti a impatti violenti durante lo svolgimento di attività sportive o ricreative. I costi generati da questi incidenti sono quindi molto rilevanti, per non parlare dei danni economici che una società sportiva professionistica può subire in caso di infortunio e prolungata assenza di un campione che guadagna milioni di dollari all’anno.
Finora, una delle difficoltà maggiori nello studio dei traumi cranici è stata la raccolta di dati relativi all’entità e alla frequenza dei colpi subiti. Come fanno neurologi, allenatori o genitori a sapere quando un colpo o un urto rappresentano un evento critico, se non riescono a valutarne la violenza o non sanno quanti colpi ha subito il paziente, l’atleta o il figlio?

Caschi sensibili
Per dare una risposta a queste domande, Sensuss, una startup elettronica con sede nello stato americano del Delaware, ha sviluppato una famiglia di sensori in grado di misurare gli impatti ai quali sono soggetti gli atleti nell’area cerebrale e a raccogliere i dati di tali misurazioni in tempo reale. I modelli S2 e S3, in particolare, sono studiati per essere montati all’interno dei caschi utilizzati da giocatori di hockey, football americano e lacrosse, così come dai ciclisti, e sono dotati di LED che si illuminano quando l’atleta subisce un urto che supera la soglia di pericolo preimpostata. I prodotti di Sensuss hanno già dato prova della loro capacità di raccogliere dati che consentono di rivoluzionare le modalità di trattamento dei traumi cranici. Una volta raccolti i dati, il dispositivo sfrutta la tecnologia M2M (machine-to-machine) per trasmettere e immagazzinare le informazioni. Poi, attraverso un’applicazione in cloud, il sistema effettua valutazioni e analisi in tempo reale per proteggere l’atleta da possibili danni ulteriori. In base alla violenza dell’impatto, il database è programmato per inviare un allarme via mail, sms o telefono, allertando l’allenatore a bordo campo, un medico o qualsiasi altra figura interessata.
“La nostra missione in Sensuss è migliorare la vita attraverso la conoscenza: i nostri sensori rilevano l’entità dell’impatto, le condizioni ambientali e i segni vitali nell’organismo,” spiega Jeff Lawson, ingegnere capo di Sensuss. “Con questa soluzione siamo in grado di fornire informazioni essenziali ad allenatori e atleti in tempo reale, oltre a immagazzinare tutti i dati per l’analisi successiva da parte dei medici.”

Dalla testa alla nuvola
Sensuss S3 sfrutta il calcolo in ambito cloud con tecnologia machine-to-machine (M2M) per raccogliere dati preziosi sui colpi subiti dagli atleti, con un sistema che integra sensori di Analog Devices, microcontrollori e la tecnologia cloud di Eurotech, multinazionale di bandiera italiana leader nella fornitura di tecnologie, prodotti e sistemi embedded. I gateway ReliaGATE 50-21 dell’azienda con sede ad Amaro, in provincia di Udine, fungono da elemento di raccordo fra l’hardware, il software e il servizio di telefonia cellulare per collegare i sensori all’infrastruttura Everyware Cloud, con trasmissione bidirezionale dei dati in tempo reale da e verso Everyware Cloud. Il dispositivo S3 montato nei caschi supporta connessioni 802.11 WiFi, cellulari e Zigbee.
“Aziende e organizzazioni di ogni genere hanno bisogno di informazioni per prendere decisioni fondate ed efficaci, ridurre i costi operativi e abilitare nuovi servizi. Con Everyware Cloud 2.0 mettiamo loro a disposizione una piattaforma per raccogliere dati dal mondo reale secondo necessità e sfruttarli a proprio vantaggio,” sottolinea Marco Carrer, Vice President Software Engineering di Eurotech. “La nostra nuova infrastruttura Everyware Cloud va oltre i vantaggi generici della tecnologia cloud, per raccogliere, trasmettere, immagazzinare e analizzare i dati raccolti sul campo. I nostri clienti potranno così sfruttare i loro dati nel modo più efficiente e avanzato possibile.”
Everyware Cloud, basata su standard aperti, consente di collegare un’applicazione alla piattaforma cloud molto velocemente, utilizzando una semplice interfaccia API. Sicura ed efficiente, Everyware Cloud offre ad aziende di qualsiasi dimensione accesso a dati e funzionalità avanzate che finora sono stati appannaggio esclusivo di grandi realtà pronte a investire ingenti risorse finanziarie, umane e di tempo nella costruzione di infrastrutture informatiche articolate e processi complessi.

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